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Monastero delle Clarisse

A poca distanza dall’ Antico Castello, sorge il complesso monastico delle Clarisse, che si affaccia sul mare all’imbocco della Via Aurelia di Levante ed abbraccia con un lungo porticato il piazzale Josemaría Escrivá (già piazzale Libia).

Costruito nel 1600 (la prima pietra venne posta il 24 dicembre 1633) a seguito della chiusura del Monastero di Valle Christi, l’edificio è stato inaugurato nel 1688 e tre anni dopo è stato ufficialmente dichiarato convento di clausura dell’Ordine di Santa Chiara da Montefalco, rimanendo tale fino al 1902.

L’Auditorium
Dopo essere stato sconsacrato, fu utilizzato durante la Grande Guerra come caserma, poi, nel secondo periodo post-bellico come  ricovero di imbarcazioni e magazzino, ed infine come scuola elementare, fino al restauro di primi anni Settanta, che ha trasformato la struttura della ex chiesa in un teatro auditorium : la navata è diventata una platea da 265 posti e l’altare in marmo della Chiesa, scolpito nel 1772, è stato trasferito nella Basilica di San Gervasio e Protasio.

Quelle che anticamente erano le stanze del convento ospitano ora il museo Gaffoglio, contenente  la collezione di opere d’arte e di altri oggetti di grande valore artistico, donati nel 2000 al Comune di Rapallo da Attilio Gaffoglio e dalla moglie Cleofe (Il Museo è attualmente aperto su prenotazione previo contatto telefonico con L’Ufficio cultura del Comune di Rapallo).

Un po’ di storia
Circa un secolo era trascorso dalla chiusura del monastero di Valle Christi, quando, la vigilia di Natale dell’anno 1633, l’arciprete di Rapallo Gio Battista Angeletti presiedeva la solenne cerimonia per la posa della prima pietra di un nuovo edificio destinato ad ospitare suore di clausura nel nostro borgo. Come indicava la medaglia argentea incastonata nel sasso, il monastero veniva dedicato a Santa Chiara da Montefalco e l’opera trovava sostegno per la sua realizzazione nei lasciti dei rapallesi Paolo Bardi, Sebastiano Figari ed Andrea Castagneto.

Con questi legati si era infatti potuto acquistare dal notaio Giacomo della Torre la vasta proprietà nella località detta “il giardino”, sulla spalliera a levante dell’abitato degradante sino al mare “fuori della Porta orientale del borgo lontano da esso due tiri di schioppo in circa”.

La facciata del monastero delle ClarisseL’opera si presentò irta di difficoltà, risultando di rilevante impegno finanziario, per cui si registrarono sospensioni e ritardi tanto che nel luglio 1670 solo la chiesa poteva considerarsi parzialmente terminata.

Il 4 luglio 1688 nella nuova chiesa veniva celebrata la prima Messa, presenti i maggiorenti rapallesi e l’edificio poté anche essere utilizzato per sacre rappresentazioni nella Settimana Santa, allestite dalle Confraternite. Altri anni dovettero comunque trascorrere: sopravvennero difficoltà amministrative e contestazioni inerenti le doti delle monache ed anche esposti e reclami circa l’inadeguatezza della sede a garantire la completa clausura.

Anche dopo l’approvazione delle apposite “Capitolazioni” ed il “placet” dell’Arcivescovo Giulio Vincenzo Gentile, infatti, non mancò un esposto indirizzato a Roma al cardinale di Carpegna che denunciava come il monastero fosse attiguo alla spiaggia ove si osservavano “quantità di persone nude bagnarsi e sentir sempre gridare e dir parole sconcie dalla canaglia e da prigionieri delle carceri sì civili come criminali”, ubicate nel non lontano castello.

L’arcivescovo di Genova il 19 giugno 1691 dovette personalmente eseguire un sopralluogo ordinando alcuni lavori necessari a rendere ancora più rigida la clausura e, finalmente, il 2 luglio 1691 affidò al prevosto di S. Pietro in Banchi l’incarico di trasferire da S. Tommaso in Genova al nuovo monastero madre Maria Limbania Serravalle e suor Felice Barbara Pallavicini che assumevano il compito di costituire la prima comunità religiosa.

Nel pieno delle solennità in onore di N.S. di Montallegro, la sera del 3 luglio una galea pavesata recava a Rapallo le due monache agostiniane che, la mattina dopo, si portarono processionalmente alla nostra Basilica visitando poi le altre chiese e l’ospedale di S. Antonio.

Nella chiesa di S. Chiara si tenne la Messa Solenne e, al termine, fra salve di mortaretti, le religiose presero possesso del nuovo monastero. Veniva quindi steso l’atto notarile che registrava l’inizio della clausura.

Nel 1698 a reggere il monastero veniva chiamata suor Maria Teresa Giannini, agostiniana del convento di S. Nicolò in Genova. La vita di questa comunità che, contava circa quaranta religiose, ed il loro numero rimase inalterato per quasi due secoli. Ancora nel 1846, infatti, risultavano presenti 28 professe, 1 novizia e 8 sorelle.

Nel giugno 1902 le religiose superstiti lasciarono Rapallo.

Sgombrato il convento, con delibera 28 giugno 1905 il Comune bandì un concorso per un progetto di sistemazione dell’area ed il rapallese ing. Enrico Macchiavello nel 1908 avviò le opere di modifica.

Mentre nelle ali superstiti del monastero si ricavarono aule per le scuole elementari, la chiesa con atto 29 ottobre 1912 fu dichiarata “soppressa” e l’altare in marmo, scolpito nel 1772 dallo Schiaffino, trasferito nel 1919 nella nostra parrocchiale Basilica.

Durante il primo ed il secondo conflitto mondiale l’edificio sconsacrato fu destinato a caserma e deposito. Diverrà poi ricovero di imbarcazioni e materiali balneari sino al 1972 quando, al termine di lavori particolarmente complessi e difficili, verrà trasformato, rispettandone le linee architettoniche e recuperando ogni elemento, in teatro auditorium.

Oggi, dopo un recente adeguamento e potenziamento, l’intero complesso monastico è avviato a divenire un polo culturale e museale di essenziale importanza per Rapallo.

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